Fino a pochi anni fa l’intelligenza artificiale era qualcosa di lontano ed esoterico, legato al periodo del cosiddetto “inverno dell’AI” tra gli anni 80 e 90. Nell’immaginario collettivo, erano esperimenti confinati in laboratori di ricerca e demo futuristiche, mentre nel nuovo millennio abbiamo visto nascere e progredire Reti Neurali, Big Data e Deep Learning fino ad arrivare oggi all’uso generale degli LLM. Sebbene preferisca chiamare “acceleratori” tutti i tool di Intelligenza Artificiale, resta il fatto che si tratti di una tecnologia ormai concreta che sta entrando sempre più spesso nei flussi di lavoro degli studi di architettura.
Per un libero professionista o uno studio tecnico medio-piccolo, l’IA non deve essere più una curiosità da osservare a distanza, anzi, è uno strumento che può dare un vantaggio competitivo, in grado di ridurre tempi, abbassare i costi e offrire un servizio più innovativo ai clienti.
Indice
Intelligenza Artificiale nel campo dell’architettura
Prima di spiegarti in quali campi li utilizzo, facciamo un esperimento e vediamo insieme cosa avrebbe scritto un LLM su questo tema.
Vorrei scrivere un articolo sull’uso dell’Intelligenza Artificiale nel campo dell’architettura, con particolare attenzione alla progettazione architettonica e ai suoi risvolti di tipo tecnologico, evidenziandone i trend più seguiti in questo periodo.
La risposta è stata ampia e per non annoiarti ti sintetizzo la parte dei “trend” con un bell’elenco puntato, come piace fare alle AI:
- Generative design integrato al workflow BIM: i moduli generativi non lavorano più separatamente, ma dialogano direttamente con il modello informativo.
- I Digital Twin per la conservazione: applicazioni non solo per l’efficienza gestionale, ma anche per il restauro e la valorizzazione del patrimonio.
- L’AI per la sostenibilità: i calcoli energetici e ottimizzazione delle masse diventano parametri automatici nella valutazione delle opzioni di progetto.
- Automazione di cantiere: dalla robotica guidata da modelli BIM all’uso di computer vision per il controllo della qualità e sicurezza.
- Strumenti no-code per architetti: l’IA diventa accessibile anche senza competenze di programmazione, grazie a interfacce semplificate e workflow preconfigurati.
AI in Architettura: analisi contestualizzata
Questo è il punto di vista dell’Intelligenza Artificiale sull’AI in architettura, ora proviamo a dargli un contesto e portare i piedi per terra.
Generative design integrato al workflow BIM
Il primo punto lo possiamo condividere tutti: abbiamo visto arrivare in Archicad prima AI Visualizer e poi AI Assistant.
Leggi anche: AI Assistant Archicad 29: come funziona e come può aiutarti nella progettazione BIM
Tantissimi altri tool di progettazione e del mondo delle costruzioni hanno integrato l’AI per accelerare i rispettivi Workflow.
I Digital Twin per la conservazione
Il secondo punto, anche se sembra enunciato in modo strano, ha un suo perché: l’AI si nutre di dati e nel mondo delle costruzioni i Digital Twin sono i migliori portatori di dati.
Ad esempio, nel caso studio del castello di Löfstad ad Östergötland in Svezia, sono stati installati 13 “sensor box” distribuiti in tutto l’edificio (dal seminterrato al sottotetto) per monitorare parametri ambientali interni ed esterni.
Con questi dati è stato costruito un Digital Twin parametrico, con analisi dati e suggerimenti su ventilazione e riscaldamento, individuazione di aree a eccessiva umidità, ecc.
L’applicazione dell’AI permette di elaborare i dati, riconoscere pattern di degrado e suggerire strategie.
AI per la sostenibilità
Per quanto riguarda l’AI associata a sostenibilità, sembra un controsenso visto il grande consumo energetico di questi acceleratori.
Possiamo vedere una delle prime applicazioni in Vietnam per la progettazione iniziale dell’involucro edilizio.
Sono stati usati modelli predittivi per stimare il consumo degli edifici multi residenziali in funzione delle caratteristiche dell’involucro, su cui poi sono applicati algoritmi di ottimizzazione multi-obiettivo per trovare soluzioni bilanciate tra costo ed efficienza energetica.
Automazione in cantiere
Sull’automazione in cantiere, pur riconoscendone i vantaggi, ho molte perplessità a riguardo.
Il cantiere è un ambiente molto difficile da gestire già senza un’AI a causa di molte variabili (personale impiegato, fasi lavorative, tempo meteorologico, imprevisti, ecc.).
Senza considerare le varianti al progetto iniziale…
Ho la sensazione che questo tipo di impiego dell’AI ricordi la guida autonoma dei veicoli, possibile solo in ambienti controllati.
In ogni caso iniziano i primi studi dell’applicazione dell’intelligenza artificiale per migliorare l’efficienza operativa e la sicurezza del lavoro degli escavatori automatizzati nei cantieri edili o la nascita di assistenti tipo chatGPT per i cantieri con cui i lavoratori possono interagire utilizzando linguaggio naturale…
Staremo a vedere i futuri sviluppi!
Strumenti no-code per architetti
L’ultimo punto, forse quello più intrigante, è l’utilizzo del “Vibe Coding” per creare applicazioni molto verticali per il proprio flusso di lavoro.
Penso non sia da sottovalutare l’impatto di questo tipo di sviluppo di applicazioni che potremmo definire sartoriali nel mondo delle costruzioni.
Negli studi di grandi dimensioni non è raro trovare applicativi sviluppati solo per un singolo studio con il compito di dare risposta alle loro esigenze.
Questo aspetto può trovare terreno fertile anche nei piccoli studi (che sono la grande maggioranza in Italia).
Pensate anche solo ad esempio al traduttore dwg di Archicad.
È un piccolo “programma” che trasforma una vista di una pianta del modello in uno specifico formato che può essere trasmessa con impostazioni ad hoc per un singolo produttore o un altro professionista.
Certo, tutto molto bello, ma che utilizzo ne può fare un architetto realmente mentre lavora?
AI in Architettura: i miei utilizzi
Con l’idea di essere uno spunto da cui partire e non la Bibbia, nei prossimi articoli voglio parlarti dell’utilizzo che faccio ora dell’AI nel mio lavoro.
Sono ben conscio che questa sia una fotografia dello stato attuale perché la vera domanda da porsi è chissà, ad inizio 2026, come cambieranno le cose (attenzione all’uso del “come” al posto del “se”).
In più bisogna mettere sul piatto che essendo una fotografia riguarda appunto il mio lavoro in questo momento in cui scrivo.
Sono altresì certo che altri professionisti saranno stati più fantasiosi ed efficaci e che le cose in ambito AI cambiano molto velocemente.
Proprio come te non sono nuovo nel mondo della progettazione architettonica, attraverso un metodo che si è evoluto nel tempo e al passo con la tecnologia informatica, migliorandolo nel tempo per renderlo più efficiente e aderente al mio modo di lavorare.
Proprio qui entrano in gioco i tool di Intelligenza Artificiale perché permettono di rompere gli schemi e di esplorare rapidamente opzioni che forse non avrei considerato altrimenti.
Nascono da qui i prossimi articoli che fanno parte di una serie dedicata all’Intelligenza Artificiale in Architettura:
- Prompting per Architetti: come dialogare con l’AI per migliorare il progetto
- Nano Banana e la nuova era della visualizzazione architettonica con l’AI
- Ufficio di Architettura AI+: costruire un flusso di lavoro intelligente
- Intelligenza di Progetto: come l’AI ottimizza tempo, costi e flussi di lavoro
(I link agli articoli verranno aggiunti man mano che saranno pubblicati).
La prima legge italiana in materia di Intelligenza Artificiale: AI Act
Ultima avvertenza prima di lasciarti approfondire attraverso gli altri miei articoli.
Dal 10 ottobre 2025 entra in vigore il cosiddetto “AI Act”, la prima legge italiana recante disposizioni e deleghe al Governo in materia di intelligenza artificiale.
Il testo della Legge 132/2025 lo trovi qui.
Le implicazioni dirette nel lavoro dei professionisti le puoi trovare all’art. 13 in cui si prevede un limite all’uso dell’AI nella professione (che ovviamente non deve essere prevalente nella prestazione professionale) e un obbligo di trasparenza (dichiarandola esplicitamente nel preventivo o nel rapporto lavorativo instaurato).
Per ora, alla data di scrittura di questo articolo, l’obbligo non prevede una sanzione.
Viste le implicazioni mi aspetto un aggiornamento dei codici deontologici delle varie categorie interessate.
Un altro indizio che l’AI è arrivata per rimanere, con impatti significativi a tutti i livelli, riscrivendo il modo in cui pensiamo e progettiamo.
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