
Nel mondo del progetto architettonico, ogni fase porta con sé un’esigenza chiara: ottenere dati precisi, aggiornati e affidabili. Un metodo efficace è imparare come automatizzare il computo tramite il BIM 5D che garantisce risultati completi e tempestivi.
Il computo metrico, spesso considerato un passaggio “di dettaglio”, rappresenta in realtà un nodo cruciale nella gestione efficace di tempi, costi e risorse.
E proprio in questo contesto, la metodologia BIM 5D offre un’opportunità concreta per trasformare radicalmente il modo in cui affrontiamo le stime economiche, integrandole direttamente nel processo di modellazione.
Grazie alla crescente maturità degli strumenti digitali e all’affermazione del formato IFC come standard aperto, è oggi possibile passare dal modello alla stima in modo quasi automatico.
Tuttavia, tra la possibilità teorica e la sua reale applicazione in studio, il divario può essere ampio.
In molti casi, il modello BIM viene ancora utilizzato solo come punto di partenza per computi redatti manualmente, perdendo così tutto il potenziale dell’integrazione.
In questo articolo ci addentreremo in un approccio concreto e sostenibile al BIM 5D.
Scopriremo come impostare correttamente il flusso di lavoro, quali strumenti usare e quali attenzioni adottare per arrivare – davvero – a un computo automatico.
Perché il vero valore non è solo “fare di più con meno”, ma costruire una base solida e standardizzata per ogni progetto, grande o piccolo che sia.
Indice
L’evoluzione del computo metrico nel mondo BIM
Il mondo del Building Information Modeling (BIM) sta attraversando una fase di profonda trasformazione, in particolare per quanto riguarda l’impiego avanzato del modello informativo a supporto di obiettivi che vanno ben oltre la semplice rappresentazione grafica, sia essa bidimensionale o tridimensionale.
In questo contesto, assumono particolare rilievo gli usi del modello BIM (BIM Uses), identificati secondo le diverse dimensioni metodologiche:
- 4D – Tempo: correlato alla pianificazione temporale e ai cronoprogrammi di progetto;
- 5D – Costi: legato alla redazione di computi metrici estimativi;
- 6D – Sostenibilità: riferito a valutazioni energetiche e di impatto ambientale;
- 7D – Gestione: inerente alle fasi di gestione e manutenzione del bene immobiliare;
- 8D e oltre: dimensioni ancora non pienamente definite né uniformemente adottate.
Nel panorama italiano – e, naturalmente, anche in quello internazionale – la quinta dimensione, relativa all’analisi dei costi e alla stima quantitativa, riveste un ruolo centrale per il corretto avanzamento delle fasi di progettazione, costruzione e ottimizzazione economica dell’opera.
Grazie all’impiego dello standard aperto IFC (Industry Foundation Classes), così come previsto dal Codice dei Contratti Pubblici e dalle normative di riferimento in ambito BIM, e grazie alla crescente interoperabilità tra i software, oggi è possibile generare stime quantitative e analisi dei costi direttamente dai modelli informativi, con rapidità e precisione.
Va tuttavia sottolineato che, nella maggior parte dei flussi operativi attualmente adottati, il modello informativo è spesso utilizzato più come base di partenza per l’elaborazione manuale del computo metrico che come strumento centrale per la sua automazione completa.
Leggi anche: Cos’è il formato IFC
Workflow “BIM 5D”
Nel contesto del BIM 5D, la dimensione economica del progetto viene integrata sin dalle prime fasi di modellazione.
Questo approccio consente un controllo in tempo reale dei costi, aggiornati dinamicamente a ogni modifica del modello.
Il risultato è un flusso di lavoro più fluido, preciso e collaborativo tra progettisti, tecnici e gestori.
Contrariamente a quanto spesso si crede, l’integrazione tra software per ottenere computi automatizzati non è necessariamente complessa.
Strumenti come Archicad di Graphisoft e PriMus IFC di ACCA software, basati su formati aperti certificati da buildingSMART International, permettono una connessione diretta tra modello e computo, restituendo risultati dettagliati in tempi ridotti.
Tuttavia, nella pratica, il principale vantaggio concreto di un flusso BIM 5D e dei relativi modelli risiede spesso nella capacità di aggiornare automaticamente le stime di costo a fronte di ogni variazione progettuale.
Questo rappresenta, di fatto, l’applicazione più comune del BIM 5D nella realtà operativa.

L’assegnazione delle voci di misurazione ai singoli elementi del modello viene generalmente demandata all’operatore, che ha il compito di individuare le entità IFC pertinenti e associare a ciascuna la relativa voce di prezzario.
La vera potenzialità di un modello informativo – supportato da sistemi di standardizzazione – dovrebbe, invece, risiedere nella sua capacità di ridurre i tempi di lavoro e, soprattutto, di uniformare gli output progettuali e computazionali.
Un modello informativo disciplinare, correttamente strutturato secondo lo standard IFC, dovrebbe presentare un elevato grado di standardizzazione in contesti simili se estratto da un software di Authoring come Archicad.
Ad esempio, in un intervento di efficientamento energetico su edifici condominiali nella regione Piemonte, i modelli digitali prodotti dovrebbero risultare tra loro coerenti e comparabili, così come i computi metrici estimativi, a parità di lavorazioni previste.
In questo modo, sarebbe possibile ottenere un computo metrico direttamente generato dal modello informativo con un solo click, semplicemente caricandolo all’interno del software 5D.

I 3 ingredienti del BIM
Come arrivare all’effettiva automatizzazione di un processo BIM, e in questo caso del 5D?
Vi sono tre ingredienti per un flusso di lavoro BIM efficiente: standard, standardizzazione e automazione. Affinché questo processo sia davvero efficace, è necessario basarlo su tre elementi fondamentali:
Standard: personalizzazione e adozione di codifiche normative
La definizione di standard, siano essi personalizzati o derivati da normative esistenti, è un passaggio fondamentale per garantire uniformità e coerenza sia dal punto di vista geometrico che informativo.
Sono disponibili diversi sistemi di classificazione e filtraggio, come la UNI 8290 o la Uniclass 2015, che possono essere adattati in base alla tipologia di intervento.
In alternativa, è possibile sviluppare un sistema di classificazione personalizzato, più snello e intuitivo, particolarmente utile per professionisti che non possiedono competenze BIM avanzate.
Questa flessibilità operativa è resa possibile grazie all’utilizzo del formato IFC, che agisce come linguaggio comune tra software e discipline, facilitando lo scambio e l’interoperabilità delle informazioni.
Quando strutturati in modo semplice, coerente e ben organizzato, i modelli IFC si rivelano strumenti estremamente efficaci di comunicazione tra architettura, ingegneria e gestione economica, contribuendo in modo significativo all’efficienza complessiva del processo BIM.

Standardizzazione dei dati: coerenza, interpretabilità e livello informativo adeguato
La standardizzazione dei dati rappresenta un elemento essenziale affinché le informazioni contenute nel modello informativo siano coerenti, interpretabili dai software e correttamente calibrate rispetto al Livello di Fabbisogno Informativo richiesto dalla specifica commessa e fase progettuale.
Uno degli aspetti chiave per il successo di un approccio BIM 5D è la capacità di trovare un equilibrio ottimale tra la quantità di dati presenti nel modello e la sua effettiva usabilità.
L’inserimento eccessivo di proprietà all’interno del file IFC, infatti, può causare confusione, sovraccarico informativo e rallentamenti nei flussi operativi.
È invece fondamentale selezionare solo le informazioni realmente utili ai fini del computo e strutturarle in maniera logica, chiara e coerente.
In questo contesto, strumenti come il Gestore Proprietà di Archicad, integrati con sistemi di Espressioni automatizzate, consentono la creazione di flussi di lavoro standardizzati, facilmente aggiornabili e con un rischio di errore minimo.
L’obiettivo finale è quello di garantire modelli informativi funzionali, efficienti e scalabili, capaci di supportare in modo affidabile le attività di stima e controllo dei costi lungo tutto il ciclo di vita del progetto.

Automazione dei processi nei contesti applicativi ricorrenti
L’automazione di un computo metrico estimativo risulta particolarmente agevole quando si opera all’interno di ambiti progettuali ricorrenti, caratterizzati da tipologie di intervento omogenee e immobili simili, localizzati in contesti territoriali ben definiti.
Esempi emblematici potrebbero essere gli interventi di efficientamento energetico su edifici condominiali nella Regione Piemonte, già citati in precedenza.
Ma cosa accade nei casi più complessi? In questi scenari, diventa fondamentale definire chiaramente i campi di applicazione, come ad esempio la realizzazione di nuove scuole nella Regione Lombardia o il recupero di edifici scolastici esistenti nella Regione Toscana.
Tutte queste situazioni, pur differenti tra loro, potrebbero essere automatizzate, a patto di adottare un approccio modulare e flessibile.
È qui che il concetto di automazione si evolve: non si parla più di un’unica automazione, ma di una pluralità di automazioni specializzate, ciascuna adattata a un contesto normativo, tecnico e amministrativo specifico.
Questa frammentazione è spesso il riflesso della complessità burocratica del nostro Paese, dove ogni Regione adotta un proprio modus operandi, con regolamenti, prassi e strumenti differenti.

Non vi è da dimenticare, inoltre, che la modellazione degli elementi deve seguire logiche precise e coerenti, poiché scelte apparentemente secondarie possono avere un impatto significativo sul risultato del computo metrico.
Ad esempio, modellare un balcone come Solaio anziché come Trave può modificare radicalmente il modo in cui vengono interpretati e quantificati i parametri associati, influenzando direttamente la stima economica.
Collaborazione e interoperabilità: il fattore umano nel successo del BIM 5D
Il successo di un approccio BIM 5D non dipende esclusivamente dalla tecnologia, ma anche – e soprattutto – dalla capacità dei team di progetto di collaborare secondo regole condivise.
L’interoperabilità, infatti, non è solo un obiettivo tecnico, ma anche umano: Architetti, Ingegneri, BIM Manager e tecnici devono poter condividere un linguaggio comune e semplice, metodologie operative e obiettivi progettuali allineati.
Su questo tema, ho approfondito il ruolo della collaborazione e dell’ottimizzazione dei flussi di lavoro openBIM 5D all’interno di un webinar dal titolo:
“CME in 1 click – Dal modello BIM al computo in tempi record”
Nel webinar ho presentato casi concreti tratti dalle esperienze di ECO Green Project e Studio Riadatto, con cui ho collaborato per l’implementazione di processi BIM e l’automatizzazione del computo utilizzando Archicad e PriMus IFC.
Clicca qui per poter rivedere il webinar, scoprire di più e comprendere come poter automatizzare il tuo computo metrico in BIM.

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